Pagine

Living in Altissimo - 2025

Chiesa Parrocchiale di Altissimo

Chiesa Parrocchiale di Altissimo
Calendario completo degli appuntamenti per i festeggiamenti dei 150 anni della chiesa di Altissimo

11/08/25

Andar per sentieri

Domenica 10 Agosto 2025

Crespadoro
Tre campanili uniti dal vento tra Campodalbero, Marana e Durlo

Matteo Pieropan
IL GIORNALE DI VICENZA



Il percorso Passa per Campodalbero, Marana e Durlo unendo le tre frazioni di Crespadoro ed è dedicato allo storico Rino Mecenero

Ci voleva Rino Mecenero, per mettere d'accordo tre campanili differenti, abituati da secolare storia a vivere in proprio, in autonomia.
Campodalbero, Marana e Durlo, le tre frazioni di Crespadoro nell'alta valle del Chiampo, ora si sono unite per far nascere un sentiero che le accomuna. Un sentiero ricco di storia e di emozione, tra contrade vecchie, abbandonate, e nuove.
Mecenero, el Mece, era stimato maestro di scuola elementare lassù. Tanto asciutto nel parlare, quanto prolifico nello scrivere. Storico locale, compositore di musica, fondatore del coro misto di Crespadoro. È stato il narratore della sua terra, raccontando appunto storie, luoghi, personaggi, usi e costumi. A lui, scomparso nel giugno 2016, è stato dedicato il nuovo percorso "Tre campanili al vento", lungo le contrade, sotto un unico cielo che ammanta di poesia.
Il nome "Tre campanili al vento" riprende una sua pubblicazione del 1985, in cui trattava delle frazioni di Crespadoro e della gente che le aveva vissute. È un percorso da trekking, ad anello, con una lunghezza totale di circa 25 chilometri, ma si può compiere anche parzialmente scegliendone alcuni tratti. Il dislivello complessivo è di 1.150 metri, in circa otto ore. Si tocca un'altitudine massima di mille metri e una minima di 560. Non c'è un punto specifico di partenza o di arrivo: si può cominciare da Durlo, da Campodalbero oppure da Marana, dove è possibile trovare parcheggio e alcuni servizi come bar, ristoranti e alberghi. Il tracciato è ben segnalato da frecce e da segnavia di colore verde e si sviluppa su asfalto, terra battuta e sentiero. Non presenta punti particolarmente esposti, ma alcuni tratti hanno una forte pendenza.
Questo percorso, arricchito da cartellonistica con gli scritti di Mecenero, ne valorizza la statura proprio nel centenario dalla nascita, in una casa dei Meceneri, poco sotto Marana, nel gennaio 1925. Il maestro aveva capito anzitempo che il secolare mondo delle contrade di montagna, chiuse nel forzato isolamento, si stava dissolvendo con l'emigrazione inarrestabile, l'industrializzazione del fondovalle e il progresso. Cambiavano i tempi.
Un mondo di tradizioni antiche che si stava inesorabilmente e rapidamente perdendo. Così ha scritto, per raccontare e preservare, ma anche per tramandare. Nel 1979 "Crespadoro brevi storie paesane", edito da Neri Pozza. Poi, "Tre campanili al vento". E molti, molti altri. Si è inventato perfino un museo etnografico in paese, recuperando strumenti e attrezzi tipici della vita d'un tempo. Il sentiero "Tre campanili al vento" è una specie di museo a cielo aperto, riproponendo tutto questo, tra contrade ancora vive e quelle abbandonate, dai Lovati di Campodalbero, ai Gebbani di Marana, ai Rancani di Durlo, solo per citarne tre. 
È costato tre anni di lavoro, dal progetto - che è stato realizzato con il Comune - fino alla realizzazione concreta del percorso, con tracciato gps, un sito internet dedicato, tabelle informative e segnaletica, con i sentieri riaperti o manutentati dal gruppo "Strodi" e dai volontari.
L'idea era stata di Graziano Aldegheri, presidente dell'associazione "Campodalbero guarda al futuro", già ideatore del noto itinerario dei presepi nella frazione che ha attirato migliaia di visitatori. Sfogliando le pagine di Mecenero, è nata la sfida coinvolgendo gli altri.
Il fare squadra ha portato al nuovo percorso di straordinaria bellezza, inaugurato proprio davanti alla casa natale, ai Meceneri. Nella gioia, quasi commossa dei figli, nell'entusiasmo della gente tra i viottoli delle case antiche di montagna, nell'emozionata armonia del "Coro Misto" nell'intonare i suoi canti. Ricordando per un giorno quando la contrada s'allegrava di canti, a mitigare le fatiche dei campi, e di giochi di bimbi. "I fa materie", si diceva ai Messenei.
Con una carezza di fantasia, chi andrà per via potrà certo immaginare passando tra quelle stalle vuote, Joàni de Damo, Toni Gaitan, Angelo de Matìo, Seleste, Angelo o Giulio del Mela, alle prese con le carte. Il vino veniva dalle "caneve" di chi perdeva. Il vino più atteso era quello dei Gaitani. Peccato, scrive el Mece, che perdessero così di rado!