LE TROTE DELL'ALTO CHIAMPO: UNA STORIA DI ACQUA E DI FAMIGLIE
Chiare, fresche e dolci acque. E per molte famiglie, una risorsa che ha attraversato i secoli. E' successo anche ai Tibaldo di Crespadoro, che grazie al torrente Chiampo per diversi anni hanno portato avanti un mulino, trasformato poi alla fine degli anni '60 in allevamento di trote. Una storia, quella di Paolo e della sua famiglia, profondamente radicata in questa terra, che hanno saputo via via interpretare sfruttando le caratteristiche di questo dono prezioso, l'acqua del torrente. Una vera e propria garanzia in termini di salubrità e di purezza, requisiti imprescindibili per allevare questo pesce così delicato come la trota. Ma dietro c'è innanzitutto la storia di persone che si sono create il futuro con le proprie mani, facendo tesoro di questo dono della loro terra e sviluppando una professionalità in grado di valorizzarlo. [Facebook]
Le acque del Chiampo, quelle che nascono nella parte alta della valle vicentina alla quale ll torrente dà il nome, è una risorsa fondamentale per questo territorio. Per secoli, infatti, hanno dato lavoro ai mulini più a valle e consentito lo sviluppo dell'agricoltura. Anche i Tibaldo, famiglia di Crespadoro, devono molto alle acque del Chiampo, perché la loro storia ne è intimamente e profondamente legata. Me lo ha raccontato Paolo, figlio di Igino, che per molto tempo ha fatto il mugnaio nello stabile dove invece oggi lui alleva trote, le pregiate trote dell'Alta Valle del Chiampo. L'impianto fu costruito sempre dal Igino e da sua moglie a metà degli anni '60. Lo costruirono con le loro mani, investendo in un'attività promettente e caratteristica, perché le trote da queste parti (e soprattutto con quest'acqua) crescono in maniera praticamente perfetta. Iniziò anche lui, subito dopo le scuole superiori, a fare questo mestiere, introducendo, circa 15 anni fa, alcune novità significative per modernizzare lavoro e approccio al mercato, fatto non più e non solo di ingrasso e ingrosso, ma anche di trasformazione. E oggi dal suo laboratorio, che gestisce insieme alla moglie Arianna, escono trote affumicate, salmonate, sformati e ragù. Ma i principi base sono rimasti immutati: il controllo della salubrità dell'acqua, il rispetto dei tempi di crescita inevitabilmente più lenti, l'attenzione quasi maniacale in ogni fase di lavorazione del pesce. Una famiglia, insomma, molto legata all'acqua del Chiampo, che ha saputo interpretare adattandosi ai tempi, e senza svilire mai il pregio del prodotto. E, di conseguenza, del territorio. [YouTube]